MODULO 11 – I due blocchi narrativi

 
 
Un modulo più breve e semplice, e pur fondamentale.

Hai a disposizione cinque mattoncini narrativi, con cui costruire il testo.

[A] = Azioni

[PS] = Percezioni Sensoriali

[P] = Pensieri

[D] = Dialoghi

[PP] = Percezione Psicologiche
 
Abituati a scrivere – a concepire e realizzare la tua scrittura – “per blocchi”:
 
[BDS] = Blocco Descrittivo: è un blocco di testo attingendo ai mattoncini [A], [PS], [P], [PP], in cui non si va a capo.
 
[BDG] = Blocco Dialogo: è un blocco di testo costruito col solo mattoncino [D].
 
Alcune parti della scena saranno dedicate a mostrare come il personaggio percepisce l’ambiente, come agisce in quell’ambiente, cosa l’ambiente gli rimanda e quali pensieri gli suscita la dinamica in cui si trova coinvolto. Parliamo della componente [BDS].
 
Altre parti della scena accoglieranno i dialoghi tra i personaggi, da strutturare come spiegato nel modulo 12. Parliamo della componente [BDG]

Il testo si presenterà – visivamente – come un’alternanza di blocchi [BDS] e [BDG], governata da una regola semplicissima: andare a capo ogni volta che si inizia un nuovo blocco. Te lo ripeto: ragiona sempre “per blocchi”, tienili separati, e vai a capo ogni volta che ne inizi uno nuovo.
 
Occasionalmente – in relazione a ciò che sta accadendo in scena – potresti avere un [BDS] che si apre con una battuta di dialogo, e ancor più raramente un [BDS] che si chiude con una battuta di dialogo. Ma – accidenti! –  sei tu che progetti e scrivi le scene, sei tu ad avere il controllo della pagina, sei tu il dio creatore, e allora fai il favore – anzitutto a te stesso, per tuo ordine mentale, e poi al lettore che ti dedica il suo tempo – di pensarli sempre come blocchi separati.
 
Non costruire mai “muri di testo”, componenti [BDS] più lunghe – orientativamente – di cinque o sei righe. I “muri di testo” indispettiscono ancor prima di esser letti, già quando cadono sotto il campo visivo, e il pregiudizio è poi confermato da ciò vi si trova dentro: un flusso confuso, irregolare, problematico da simulare. Se hai scritto un “muro di testo”, è molto probabile che tu non abbia ragionato a dovere sulla scena.
 
Tieni sotto controllo l’estetica della pagina, perché la pagina – la sua struttura, l’impostazione – viene percepita prima di esser letta, ed è fondamentale presentarla al meglio al lettore, per invogliarlo a tuffarcisi dentro.
 
Non essere approssimativo, non essere presuntuoso. Non dire “sì, sì, va bene, ho capito, queste cose già le so”. Non è vero. Non le sai. E, se pure le sai, dimenticarle è un attimo. Il che vuol dire che in realtà non le sai, perché se le puoi dimenticare allora non sono realmente parte di te, della tua vita, della tua conoscenza, del tuo atteggiamento naturale verso il mondo della pagina.

Ragiona per blocchi, tieni i blocchi separati, vai a capo ogni volta che inizi un nuovo blocco, non costruire muri di testo. Fai attenzione. Combinare cazzate è un attimo.
 
 
Questa atrocità è stata presentata a un concorso di scrittura:
roba da non crederci, se non fosse lo stesso autore a confessarlo candidamente.
Te lo ripeto: fai attenzione!
Ragiona sempre per blocchi, tieni i blocchi separati,
vai capo ogni volta che inizi un nuovo blocco, non costruire muri di testo.
La gestione degli “a capo” e la lunghezza dei blocchi
rimangono i migliori indicatori della chiarezza delle idee.

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