Modulo 7C – Come viaggiare gratis (rewriting)

COME VIAGGIARE GRATIS

Siamo in crociera con un preciso intento, Lulù ed io. Si può rimanere imbarcati, a termine viaggio, senza che nessuno se ne accorga?

O meglio: è possibile un escamotage per fermarsi a bordo in incognito?

Avevamo un piano, ed eravamo pronti.

A inizio crociera ad ogni passeggero viene consegnato un badge collegato ad una foto. Tessera necessaria per tutto il periodo: apre la cabina, autorizza i servizi e, fondamentale, ogni volta che si lascia temporaneamente la nave, il personale si assicura che a scendere e risalire sia proprio il titolare, confrontando il viso e la foto a monitor.

A fine crociera, “mille” passeggeri saliti devono scendere definitivamente, tutti e “mille”. In caso il calcolo non torni, la nave è perquisita e il trasgressore immancabilmente trovato.

La nostra mission mirava a sfatare la regola. Volevamo ingannarli. Una volta salpati poi, nessuno verrà a chiederti chi sei e dove abiti. Vitto e alloggio non rappresentano un problema: per mangiare e bere al buffet non hai bisogno di badge, per il bagno servizi igienici pubblici a iosa dove anche lavarti; di notte bar e poltrone a profusione, la vita in crociera dura h24, nessuno farà caso se ti addormenti su uno dei divani.

Il problema principale non era rimanere su.

Ma far credere di essere scesi.

 


Come viaggiare gratis

Consegno la tessera magnetica all’assistente di bordo. La passa sul sensore e guarda il monitor, mi fissa e me la restituisce, allarga un sorriso e con un cenno della mano mi autorizza a risalire sulla nave. Sì, ridi, ridi… vedrai che scherzetto vi combiniamo ora.
 
Mi volto: Greta è sottoposta allo stesso controllo, fa ciao-ciao con la manina all’assistente, infila la sua tessera nella borsa di paglia a tracolla e mi viene incontro.

«Bella Corfù, piccolina ma bella.» Mi prende sottobraccio per andare verso gli ascensori. «Peccato solo aver perso la lezione dimostrativa di pole dance sulla nave.»

«No problem, amore mio…» Le strizzo l’occhio. «La farai al secondo giro di crociera.»

«Ancora con questa storia?!» Martella col dito sul pulsante dell’ascensore. «È impossibile!»

«Impossible is nothing!»

«La smetti di parlare inglese? Mi dai ai nervi.»

Le afferro il polso. «E tu smettila di torturare il pulsante.» Accosto la sua mano alla bocca e schiocco un bacio sulla fede luccicante. «Avrai il tuo secondo giro di crociera… gratis.»

Si libera dalla presa, sospira scuotendo la testa. Dalla borsa tira fuori la sua tessera e me l’appiccica sul naso.

«La vedi questa, sì? La vedi?» Me la sventola davanti. «A fine crociera viene smagnetizzata, e senza questa non si può far nulla: non puoi entrare in cabina, non puoi risalire a bordo.»

«E chi se ne freg—»

Le porte dell’ascensore si aprono: una biondina lentigginosa ci si para davanti, avvolta in un asciugamano con la bandiera inglese.

«Hey guys!» Passa fra me e Greta, seguita da altre  due ragazze schiamazzanti. 

Saliamo sull’ascensore insieme a una coppia con un passeggino.  La signora schiaccia il
“3”, io il “7”.

Mi avvicino all’orecchio di Greta. «Le hai riconosciute?»
 
«Chi?»

«Come chi?»
 
Le porte si aprono, la coppia scende. Premo ancora il tasto “7” e l’ascensore riparte.
 
«Le principessine di Windsor che c’hanno salutato prima: l’altra notte erano svaccate sui divanetti della sala all’ottavo piano, mezze nude e totalmente ubriache.»
 
Greta alza un sopracciglio. «E quindi?»

Lo scampanellio dell’ascensore ci annuncia il nostro arrivo al piano. Greta marcia verso il corridoio che conduce alle cabine. La raggiungo di gran corsa.

«Quindi, amore mio, nessuno verrà mai a chiederci chi siamo e dove abitiamo, una volta a bordo». Cazzo quanto va veloce! «Non potremo più entrare in stanza, è vero, ma per dormire ci sono i divani, e il buffet e i bagni sono sempre a disposizione.» La blocco per un braccio. «La vita in crociera non si ferma mai.»

Mi dà un colpo deciso sulla mano, grugnisce e accelera il passo in direzione della cabina.

Dalla borsa tira fuori la tessera e l’infila nella fessura sopra la maniglia, la lucetta verde si accende. Estrae la tessera e apre la porta, ma rimane sull’uscio. Torna a schiaffarmela in faccia come un arbitro con un cartellino rosso. 

«Con questa siamo schedati, sanno sempre chi è a bordo e chi no: se mille passeggeri scendono, mille devono risalire—» Sorride a un inserviente di colore che ci viene incontro con un carrello colmo di asciugamani arancioni.

Mi sposto per lasciarlo passare, spingendo Greta dentro la cabina. La porta mi si chiude alle spalle, Greta si libera della borsa e la getta sul letto.
 
«E impossibile restare a bordo, a crociere finita.»
 
Affilo lo sguardo. «E infatti noi gli faremo credere di essere scesi.»
 

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